Fermata 25 Aprile 2025
Kalàvryta delle mille Antigoni
“Se ritorno ... Così cominciavano tutti i deliri, laggiù. Se ritorno andrò in Grecia. Mi facevo questa promessa come se fosse la cosa più semplice. AAuschwitz, tutto era semplice e favoloso. Andare in Grecia era tanto favoloso quanto andare sulla luna. Così semplice: bastava ritornare”.
La Grecia – con il suo mare, la sua lucentezza e il suo tepore, Platone e Sofocle – era il delirio e il sogno dell’intellettuale francese Charlotte Delbo, prigioniera a Auschwitz-Birkenau e poi a Ravensbrück. Ma era il delirio e il sogno di tanti, se non di tutti, i prigionieri nei lager nazisti. Partita da Compiègne il 23 gennaio 1943, Delbo ebbe la fortuna di tornare in Francia viva nel giugno 1945: tornò con altre quarantotto prigioniere sopravvissute, di duecentotrenta che erano state arrestate e deportate per resistenza all’invasore.
Nel 1948, Delbo visita la Grecia per la prima volta dopo la detenzione: pronta a farsi frastornare dalla bellezza di quella terra, ma carica ancora di ricordi troppo pesanti: la fucilazione del marito, il numero tatuato sul braccio, le offese del campo, il ricordo delle compagne che non ce l’avevano fatta ...
Nel luglio 1974, ritorna laggiù, e scopre la storia di Kalavryta, il paese che nel dicembre del 1943 aveva vissuto, a sua volta, l’offesa dell’invasore: 1300 uomini fatti prigionieri e massacrati per rappresaglia dalle mitragliatrici tedesche. E le donne, risparmiate, a farsi carico, un carico pesante ma dovuto, della sepoltura di padri, fratelli e figli.
Delbo raccoglie i racconti dei pochi sopravvissuti, e li riversa in un testo poetico-teatrale: Kalavryta delle mille Antigoni.
I ragazzi attori di Clochart, sotto la guida del regista Michele Comite, riprendono quel testo (nella riduzione di Diego Leoni) e lo rianimano coi loro corpi e le loro voci. E a loro si aggiungono vecchie presenze di attori e musicisti cantanti e sceneggiatori, che a lungo avevano esercitato il dovere della memoria nel Laboratorio teatrale studentesco: Chiara Chistè, che assieme a Noemi Fiorucci, è autrice ed esecutrice delle musiche; Martina Scrinzi, protagonista femminile di Vermiglio, che sarà la voce recitante; Tazio Leoni, autore della scenografia. L’azione scenica si svolgerà dentro il Teatro Zandonai, ma in uno spazio circoscritto e paesano, che accoglierà volta a volta 20-30 spettatori lungo tutta la serata del 25 Aprile.
Lo spettacolo si svolgerà su quattro turni per un massimo di 30/35 persone a turno
1 turno: ore 19.00
2 turno: ore 19.30
3 turno: ore 20.00
4 turno: ore 20.30
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria
Cell 338 6496068
rovereto.anpi@gmail.com