Biblioteca vivente
Piazza Urban City, Ristobar Depero
Liberi da dentro
Sabato 29 aprile, dalle 15:00 alle 18:00
Liberi da Dentro 4 è la naturale, ma non scontata, nuova edizione dell'esperienza pluriennale di attività proposta da quella che è a tutti gli effetti una rete consolidata, nata in seno al progetto stesso. Questa è la rete dei partner Liberi da Dentro, che anche per il 2021/2022 vorrebbe proporre una serie di attività di carattere culturale, nelle quali coinvolgere volontari, soggetti detenuti, dimessi dal carcere e sottoposti a misure di comunità. Lo scopo si conferma quello di coinvolgere i cittadini, in maniera originale, in eventi e occasioni di incontro e scambio col mondo dell'esecuzione penale. Una particolare attenzione è dedicata al tema della giustizia riparativa, quale nuovo orizzonte su cui la rete di Liberi da Dentro vorrebbe investire.
L'elemento della partecipazione attiva dei beneficiari stessi nelle attività mette al centro dell'azione la persona fragile, che ha la possibilità di essere protagonista della sua storia e del cambiamento culturale, che si prefigge di raggiungere con la realizzazione del progetto.
Questo pone in evidenza il carattere rieducativo, socializzante e formativo della pena stessa, favorito attraverso esperienze significative.
Le esperienze poste in essere in contesti cittadini ha, inoltre, lo scopo di rendere partecipi i detenuti della vita sociale dei territori di appartenenza e rendere consapevoli i cittadini dell’importanza e della efficacia delle attività rieducative in ambito penale.
Infine il coinvolgimento diretto dei detenuti è utile al fine di sensibilizzare tramite le esperienze dirette dei soggetti condannati, senza intermediazioni.
Biblioteca vivente:
La “biblioteca vivente”, nata in Danimarca negli anni Ottanta, è un metodo innovativo per promuovere il dialogo, ridurre i pregiudizi e favorire la comprensione reciproca.
È riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi per il dialogo interculturale e come strumento di promozione dei diritti umani.
Consente di affrontare gli stereotipi e sfidare i pregiudizi più comuni in modo positivo e costruttivo. Nella realtà, infatti, le categorie non esistono, esistono solo le persone con le loro storie personali, le loro scelte e i motivi che le hanno determinate.
Grazie alla “biblioteca vivente”, i “lettori” possono entrare in contatto con persone con le quali nella quotidianità non avrebbero occasione di confrontarsi.
L’esperienza trentina dello scorso anno, ha permesso a quattro detenuti, di cui una donna, di approcciarsi ad un percorso non solo socializzante, ma anche rieducativo, che ha portato tre di loro ad accedere poi a misure alternative alla detenzione e a sostenere progetti rieducativi con buoni risultati.